Prosegue il viaggio di Italia a Tavola nel mondo del riso insieme al Distretto Rurale Riso e Rane, garanzia di qualità e della tracciabilità completa di tutta la filiera. Il momento del raccolto è uno dei più importanti
Siamo tornati nel Parco Periurbano vicino a Milano, il Parco Agricolo Sud che, insieme al Parco del Ticino, è la zona dove si coltiva del riso Carnaroli Arborio, straordinario anche quello integrale, quello del Distretto Riggio e Rame. Sono tornato a trovare il mio amico Marco Magni che dirige questo corso, perché dobbiamo ancora raccontando un sacco di cose. Gianmarco, dove andiamo a vedere? Abbiamo un’azienda, questa all’interno del Parco del Ticino nel comune di Besate, che produce Carnaroli per il Distretto Reaser anni su una superficie consistente in un posto stupendo, sicuramente potremmo vedere un ambiente ideale per coltivare l’abisso.
Si dice “Riso e Rane”, il distretto non è un nome campato per aria, perché in questo piccolo fosso bellissimo ci sono da veri ranocchi. Saltano da una parte all’altra. Eccolo là, eccole là, non so se si vedono nell’inquadratura, ma vi garantisco che sono belle, verdi e sono come quelle della confezione del Distretto Riso Rane. Siamo con Gianluigi Casini della Cascina Lunetta, siamo esattori del comune di Invasati. Esatte, questo è carino. Tornano questa meraviglia della natura. Guardate cosa abbiamo alle spalle. Ecco Gianluigi in quel momento dell’anno. Siamo alla somma, sta succedendo. Siamo al momento della raccolta.
Stiamo premiando il riso. Dopodiché viene assicurato il posto nel magazzino fino al momento della vendita. Certo, e successivamente manco mai diretto nel Distretto di Gerani. E dopo il magazzino che succede veramente? Interviene il distretto. A quel punto il riso viene lavorato tramite la nostra ligerie di fiducia e viene confezionato e quindi va poi sul mercato, può essere un abito piuttosto che in altri tipi di situazioni. Ci metti questo è il picco scherzoso.
Come viene raccolto? Viene freddata con le mietitrebbie e poi come viene separata la parte? Fa tutto lame di trebbia in pratica. Lo taglia un apparato che lo porta all’interno della M3, all’interno della M13. Sono degli organi che sgranano la pannocchia, gli danno la prima separata della paglia delle impurità e poi viene mandato nel cassone dell’Amet Italia. Quando il cassone è pieno si vuota su un carro, si porta a casa, si rifà passare nel pulitore che è una serie di crivelli appositamente a setaccio, ideati per pulire dalle eventuali impurità, pezzi di paglia, pezzi di foglia. Certo, anche nel riso. E va nei sicari che viene immesso nell’essiccatoio.
E Marco Magni mi ha fatta di strada dagli anni Sessanta, da quando Mario Soldati andava a vedere il lavoro delle mondine. Però la tradizione è sempre quella, la tradizione sempre la stessa. Anzi, in questo caso possiamo dire che la tracciabilità è completa, perché Casini ha utilizzato la semente prodotta da un suo collega all’interno del distretto, da un’altra azienda agricola che ha prodotto direttamente la semente che è stata utilizzata da Casini. E quindi questo riso Carnaroli è tipico di questa zona. Nasce e muore in questa zona. Si inizia alla fine di marzo a lavorare i terreni per poi arrivare a settembre con la raccolta del riso. E tutto deve essere perfetto. Difatti se voi guardate questa campagna, possiamo dire che è perfetta in un ambiente stupendo.
Ecco, quindi, se trovate sui banchi dell’Esselunga una scatola, una confezione di Riso Rane, sappiate che alle spalle c’è un lungo lavoro che dura tutto l’anno, come quello che fa Gianluigi Casini alla Cascina Non Evita di Besate.
Eccoci. Giallo è questo il cassone dove arriva chicco cavo prima cioccolato dalla paglia. Come si può vedere, contiene ancora qualche pagliuzza che dopo successivamente verrà tolta dal punitore, come dicevamo prima.
Eccolo il riso che Marco Magni, con le nostre spalle, è vero che dicevamo sfama il mondo, cioè uno degli alimenti principali a livello globale. A livello globale, sicuramente, quindi è chiaro che queste sono varietà particolari, soprattutto per il mercato italiano. Carnaroli è principale è la miglior mareta al mondo per fare risotto. In altri posti del mondo mangiano altri tipi di varietà, ma il riso è l’alimento che sfama la maggior parte della popolazione mondiale.
Allora il Distretto di Sarah nei suoi associati sono anche le nuove generazioni, come quella di Luca Casini. Sei figlio di Gianluigi, hai 20 anni e non sei scappato via per fare comunicazione. Sei rimasto in campagna. Perché? Cosa ti piace?
“Mi piace lavorare poco vicino all’area aperta. Bisogna in giro trovare lavoro di conoscerlo. Qua, perché devo scappare?” Giusto. Dice la mia famiglia fa questo. Perché ero andare al tra l’altro? Mi piace perché poi la patente da mietitrebbia.
[Musica]In campo, poi alla tavola con il riso del Distretto. Misurare oggi lo abbiamo fatto davvero. Abbiamo fatto dalla tavola al campo. Marco Magni sito camerale che poi sarà certificato tramite per ogni partita. Abbiamo visto come si raccoglie, abbiamo visto la mietitrebbia all’opera e questo è un altro campo, il Carnevale. Questo è il Carnet. L’olio, ovviamente, Galimberti di cane Galimba che io volentieri servo al direttore del Consorzio, perché non c’è luogo migliore. Questo è con la pasta di salame. Ragazzi, buon appetito!